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GUDEA, THE ENSI OF LAGASH

 

Abu Tbeirah Team

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GUDEA, “CALLED BY THE GOD”

The name Gudea comes from the sumerian word Gu₃-de₂-a, which means literally “the one on who the voice of God was poured”, or rather “the one who has been called” (or, more simply, “the called”).

The Second Dynasty of Lagash

Gudea is undoubtedly the most famous between all the kings of the II Dynasty of Lagash (2200-2000 a.C. circa). He ruled in Lagash (today Telloh), in southern Mesopotamia, for about twenty years. He left us a lot of archaeological and epigraphic evidences of a new sumerian revival after the akkadian period.

His military and political exploits are poorly documented, while there are numerous inscriptions celebrating his activities towards many sanctuaries of the state of Lagash. In some inscripions, Gudea often reminds he has defeated Elam and Anshan, bringing the loot in the new temple Eninnu of Ningirsu. There are also a lot of information about the building of irrigation channels and the creation of precious gifts to the gods.

The inscriptions

Excavations have brought to light many inscriptions and about 23 of them are inscribed on statues depicting the king in an attitude of a prayer; some of them represent him sitting, while other standing. Also the presence of his two cylinders is very important, preserved today in the Louvre Museum, in Paris. From his inscriptions we can drow a lot of information about the trade that Lagash entertained not only with the other cities of the Fertile Crescent, but also with Oman, Bahrein, Lebanon, Iran to India.

“[Gudea laid in the place of offering], copper, tin, pubbles of lapis lazuli, metal-NE [and] light colour carnelian (coming) from Meluhha…”

Many foundation’s nails of Gudea have been also found, today preserved in many museums around the world. The first statues of this ruler were carved in alabaster, limestone or steatite but, afterwards, Gudea chose the diorite, a more exotic, luxurious and expensive material. The most important work of Gudea has been the rebuilding of the temple Eninnu for the head of the Lagash pantheon, Ningirsu, remembered by numerous inscriptions, especially by two cylinders. These artifacts show the typical ritual of foundation that any Mesopotamian ruler had to carry out before the construction or renovation of a temple. In cylinder A in fact, we can find all the directives to perform this kind of ritual.

“In the mold of the bricks he made a model, on the tip of the hoe he made the emblem shine, his clay in a pure place he piled, his brick in a pure place he released, he purified the foundations (and) he went on fire (purifying), its base he sprinkled with pure oil: his beloved temple, the Eanna, in the center of Girsu, he has built.”

The Cylinder B, however, describes the introduction of the god Ningirsu in the new temple, the organization of the staff and life in the temple, the gifts presented by the king and the banquet offered to Sumerian gods.

As confirmed in his cylinders, Gudea did get the diorite directly from Oman: “[He], from the land of Magan, picked up the diorite and he molded a statue of stone…”

From the statue B and from the cylinders we also know that Lagash controlled both the upper and the lower sea, as well as many countries outside of Mesopotamia: “As he built the temple Eninnu for Ningirsu, Ningirsu, his beloved master, opened to him the way of the upper and the lower sea…”.

 

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Il nome Gudea proviene dal sumerico Gu₃-de₂-a, che vuole dire letteralmente “colui sul quale la voce del dio è stata versata”, ovvero “il chiamato (dal dio)”.

La seconda dinastia di Lagash

Gudea è senza dubbio il più famoso tra tutti i sovrani della II dinastia di Lagash (2200-2000 a.C. circa). Egli governò a Lagash (odierna Telloh), nella Mesopotamia meridionale, per circa vent’anni, lasciandoci molte testimonianze archeologiche ed epigrafiche di una nuova rinascita sumerica dopo l’interruzione causata dall’arrivo della cultura accadica.

Le sue imprese militari e politiche sono scarsamente documentate, mentre sono numerose le iscrizioni che celebrano le sue attività nei confronti dei molteplici santuari dello stato di Lagash. In alcune iscrizioni, Gudea ricorda sovente di aver sconfitto Elam e Anshan, portando il bottino nel nuovo tempio Eninnu di Ningirsu. Ci sono molte informazioni anche riguardo la costruzione di canali e le offerte di doni in onore degli dei.

 Le iscrizioni

Numerose iscrizioni di Gudea ci sono pervenute e circa 23 di esse sono incise su statue che raffigurano il sovrano in atteggiamento di preghiera; alcune di esse lo rappresentano seduto, mentre altre in piedi. Molto importanti sono anche i suoi due cilindri, conservati oggi al museo del Louvre a Parigi. Dalle sue iscrizioni possiamo trarre molte informazioni riguardo il commercio che Lagash intratteneva non solo con gli altri paesi della Mezzaluna Fertile, ma anche con paesi lontani come l’Oman, il Bahrein, il Libano, l’Iran fino all’India.

[Gudea depose nel luogo delle offerte] rame, stagno, ciottoli di lapislazzuli, metallo-NE [e] corniola chiara (proveniente) da Meluhha”.

Sono stati rinvenuti anche molti chiodi di fondazione di Gudea, conservati oggi in musei di tutto il mondo. Le prime statue di questo sovrano vennero scolpite nell’alabastro, nella steatite e nel calcare, mentre successivamente Gudea scelse la diorite, materiale più esotico, lussuoso e costoso.

L’opera più importante di Gudea fu la riedificazione del tempio Eninnu del dio poliade di Lagash, Ningirsu, ricordato da numerose iscrizione ma soprattutto dai due cilindri. Questi manufatti mostrano il tipico rituale di fondazione che qualsiasi re mesopotamico avrebbe dovuto effettuare prima della costruzione o della ristrutturazione di un tempio. Nel cilindro A infatti, troviamo tutte le direttive per compiere il rituale di fondazione del luogo sacro.

“Nello stampo dei mattoni fece il modello, sulla punta della zappa ha fatto risplendere l’emblema, in un luogo purissimo la sua creta ha ammonticchiato, il suo mattone in luogo puro ha rilasciato, le sue fondamenta ha purificato (e) vi ha acceso il fuoco (purificatore), il suo basamento asperse con olio purissimo: il suo tempio amato, l’Eanna, nel centro di Girsu le ha costruito”.

Nel cilindro B, invece, viene descritta l’introduzione del dio Ningirsu nel nuovo tempio, l’organizzazione del personale e della vita nel tempio, i doni presentati dal sovrano e il banchetto offerto alle divinità sumeriche.

Come ci conferma nei suoi cilindri, Gudea faceva arrivare la diorite direttamente dall’Oman: “[Egli] dal paese di Magan, fece salire su la diorite e ne plasmò una sua statua di pietra…”.

Dalla statua B e dai cilindri sappiamo anche che Lagash controllava sia il mare superiore sia il mare inferiore, nonché molti paesi al di fuori della Mesopotamia: “Poiché egli costruì il tempio Eninnu di Ningirsu, Ningirsu, il suo amato signore, gli aprì la via del mare superiore al mare inferiore…”.

 

…..And, to conclude, some funny pics (maybe it’s better to call them SELFIES :) ! ) of some members of the our mission with the Great Gudea!

…..E, per concludere, qualche simpatico scatto (forse sarebbe meglio chiamarli SELFIE :) !) di qualche componente della nostra missione con il grande Gudea!

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