<<Naram Sin, il forte, re di Akkad:
quando le quattro parti del mondo insieme si ribellarono, per l’amore di cui Ishtar lo amò, nove battaglie in un solo anno vinse, e catturò i re che si erano opposti.
Poiché da una situazione di difficoltà, le radici della sua città aveva reso salde, (gli abitanti del)la sua città con Ishtar in Eanna (Uruk), con Enlil in Nippur, con Dagan in Tuttul, con Ninkhursag in Kish con Enki in Eridu, con Sin in Ur, con Shamash in Sippar, con Nergal inKuta, come dio della loro città Akkad lo desiderarono, entro Akkad il suo tempio costruirono.
Chi danneggerà questa iscrizione: Shamash, Ishtar, Nergal commissario del re, e la totalità di quegli dei la sua radice strappino, il suo seme disperdano.>>
[Iscrizione di Naram Sin, originale da Basetki]
Naram Sin fu il quarto sovrano della dinastia accadica, la quale regnò tra il 2350 a.C. ca. al 2200 a.C. sulla Mesopotamia. Fu figlio di Manishtushu e padre di Shar-kali-sharri. Secondo la cronologia media, regnò dal 2254 al 2218 a.C,nipote di Sargon, figura emblematica e controversa. Negli anni successivi alla sua morte la tradizione lo presenta come modello eroico negativo e lo contrappone proprio al nonno, il fondatore di Akkad. Importanti iscrizioni di Naram Sin sono state trovate a Ninive, Basetki e Diyarbakir, mentre a Tell Brak è stato scavato il suo palazzo.
In realtà Naram Sin, stando ai documenti autentici fu un sovrano capace e di grande ingegno, grazie a lui infatti l’impero accadico giunse all’apice della sua espansione, riuscendo finalmente a riunire in un solo regno il territorio compreso tra il “mare superiore” e il “mare inferiore”. La sua politica militare fu abbastanza aggressiva, ad est si preoccupò di consolidare il dominio in Elam, fino a Barakhshi (Awan risulta ancora indipendente per qualche anno, si conosce anche un trattato tra il sovrano accadico e il re elamico, ma già di lì a poco il regno di Awan scomparirà nel nulla e la Susiana finirà per essere un governatorato accadico); contro il paese di Magan Naram Sin approntò una spedizione, probabilmente di carattere marittimo, che portò soprattutto bottino e riconoscimento formale della potenza accadica, più che veri e propri territori. Dove fu molto incisivo l’impegno militare accadico furono le regioni del nord e del nord-ovest. Dapprima Naram Sin arrivò a Talkhat proclamando il suo dominio su Subartu fino all’Amano, e probabilmente con interessi su tutto l’arco montano a nord della Mesopotamia. Egli stesso afferma, nelle iscrizioni, che gli si sottomisero i “signori” del Paese Alto (probabilmente i capi tribali delle steppe), e gli ensi di Subartu (figure di maggior risalto, poiché doveva trattarsi dei re locali delle città conquistate).
Alla prima fase di espansione, ne seguì una seconda che interessò Armanum ed Ebla, quest’ultima fu un’importantissima vittoria per il prestigio del sovrano, nonostante la Ebla che egli distrusse non era già più la grande potenza del periodo pertinente il famoso Palazzo G. Alla luce di queste nuove conquiste, il dominio di Naram Sin si estendeva dall’Amano, la foresta dei cedri e il “mare superiore”, fino a comprendere tutta la Mesopotamia e le sue coste sul “mare inferiore”. La sua politica tuttavia non fu catalizzata solo sul fattore bellico, anzi l’aspetto religioso fu molto importante per l’evoluzione del concetto di sovranità. Egli fu il primo sovrano accadico divinizzato in vita, nei documenti è detto che a seguito delle numerose vittorie riportate sui campi di battaglia, i suoi cittadini lo vollero tributare come un dio e gli costruirono perfino un tempio nella capitale. Naram Sin cominciò a far premettere a suo nome il determinativo “dingir”, riservato generalmente alle divintà, o in altri contesti a sovrani defunti. Altri appellativi ricorrono frequentemente nei documenti come ad esempio “dio di Akkad” o “marito di Ishtar-Annunitum”, anche se bisogna precisare che, a tutt’oggi non esistono prove della partecipazione di Naram Sin a riti del c.d. matrimonio sacro. Probabilmente l’intento del sovrano è più quello di avvicinarsi alla sfera divina che di entrarvi a pieno diritto, anche perché titoli, attributi regali e consacrazione al trono gli debbono essere legittimati dalle divinità, delle quali acquisisce la tiara a corna ed altri emblemi, senza però accedere al livello degli dei stessi. Altro titolo di Naram Sin, oltre al classico “re di Akkad”, troviamo anche “re delle quattro regioni del mondo”, questo è un importante traccia di una nuova coscienza del sovrano, sta nascendo infatti il concetto di re universale.
Seguì poi l’esempio del nonno legando i principali centri religiosi del paese alla sua famiglia, installando sue figlie e nipoti come sacerdotesse nei templi di Ur, Lagash, Mari, Nippur e Urkish. Egli si preoccupò anche di riedificare il tempio di Enlil a Nippur e di Ishtar a Zabala. Nonostante tutte queste attenzioni non poté evitare che successivamente, in epoca paleobabilonese o più probabilmente Isin-Larsa, la scuola scribale di Nippur diventasse la sua più accanita detrattrice. Venne infatti qui composto un famoso testo, conosciuto come “La maledizione di Akkad”, in cui l’arrivo degli odiati Gutei viene presentato come una sorta di punizione divina per le azioni tracotanti del sovrano, il quale si sarebbe macchiato della colpa della distruzione dell’Ekur di Nippur, fatto storico per altro non supportato dal dato archeologico, che invece attesterebbe una riedificazione del tempio in questione proprio a carico di Naram Sin prima e di suo figlio poi, poiché si sono ritrovati i mattoni di fondazione recanti i nomi di questi due re. La motivazione alla base di questa tradizione denigratoria è stata ipotizzata diversamente da vari studiosi, probabilmente si tratta della conseguenza a un contrasto tra Naram Sin e il clero di Nippur.
In ambito artistico, durante il regno di Naram Sin si assiste ad una sempre maggiore attenzione per l’aspetto umano a discapito della sfera divina e la preminenza del sovrano su tutti gli altri è fortemente accentuata, anche se proprio in questo periodo si assiste un più marcato interesse, per così dire, per una naturalismo sintetico. Prova di ciò ci viene dalla famosa “Stele di Naram Sin”, ritrovata a Susa, ma in realtà dedicata nell’Ebabbar di Shamash a Sippar in occasione della vittoria sui Lullubi. Dove la figura del sovrano campeggia centrale, culmine di un’azione ascendente verso i simboli degli dei celesti, punto d’incontro di direttrici diagonali, di dimensioni maggiori rispetto agli altri protagonisti della scena, che ugualmente godono ormai, grazie alle felici innovazioni delle botteghe palatine di Akkad, di una propria dignità ed individualità. Ciò che emerge chiaramente da quest’opera è il concetto che sta alla base di ogni azione di Naram Sin: la vittoria è voluta dagli dei, ma la sua realizzazione materiale è tutta umana.
NARAM SIN, BELOVED OF SIN, GOD OF AKKAD, KING OF FOUR PARTS OF THE WORLD
<< Naram Sin, the strong, king of Akkad:
when the four parts of the world together revolted, for the love Ishtar loved him nine battles won in a single year, and captured the kings who had opposed him.
Because of a difficult (situation), the roots of his city had made firm, (the people of) his city with Ishtar in Eanna (Uruk), with Enlil in Nippur, with Dagan in Tuttul with Ninkhursag in Kish with Enki in Eridu with Sin in Ur, with Shamash in Sippar, with Nergal in Kuta, as god of their city Akkad him wished, within Akkad his temple built.
Who will damage this inscription: Shamash, Ishtar, Nergal attendant of the king, and all of those deities his root tear, dispersed his seed. >>
[Inscription of Naram Sin, original Basetki]
Naram Sin was the fourth ruler of Akkad, whose dynasty ruled between 2350 BC ca. 2200 BC on Mesopotamia. He was the son of Manishtushu and father of Shar-kali-Sharri. According to the middle chronology, he reigned from 2254 to 2218 BC, the grandson of Sargon, an emblematic and controversial figure. In the years following his death the tradition presents him as a negative heroic model and opposed him to his grandfather, the founder of Akkad. Important inscriptions of Naram Sin were found in Nineveh, Basetki and Diyarbakir, while at Tell Brak has been dug his palace.
Actually Naram Sin, according to authentic documents was a capable sovereign of great ingenuity, it is thanks to him the fact that Akkadian Empire reached the peak of its expansion, finally managing to reunite in one kingdom all the territory between the “upper sea “and the “lower sea “. His military policy was quite aggressive, to the east he was concerned to consolidate the domination over Elam, until Barakhshi (Awan is even independent for a few years, it is known even a treaty between Akkadian sovereign and Elamite king, although soon after the kingdom of Awan disappear into thin air and the Susiana will end up being an Akkadian governorate). Against the country of Magan, Naram Sin prepared a shipment, probably of maritime character, which led especially loot and formal recognition of the power Akkadian, more than real territories. Where was very incisive the Akkadian military commitment were the regions of the north and northwest. At first, Naram Sin came to Talkhat proclaiming his mastery over Subartu up to Amano, and probably with interest on the whole mountain in northern Mesopotamia. He himself says, in the inscriptions, that the “gentlemen” of the High Country (probably tribal chiefs of the steppes), and ensi of Subartu (figures of more prominence, since it had to be the local kings of conquered cities) submitted to him.
To the first phase of expansion, followed a second that interested Armanum and Ebla, it was a very important victory for the prestige of the sovereign, even if Ebla that he destroyed was no longer the great power of the relevant period the famous G Palace. In the light of these new conquests, the domain of Naram Sin stretched from Amano, the cedar Forest and the “upper sea”, to include all of Mesopotamia and its coastline on the “sea bottom”. His policy, however, was not centered only on the aspect concerning war, indeed the religious aspect was very important for the evolution of the concept of sovereignty. He was the first Akkadian sovereign deified in life, in the documents it is said that following several victories on the battlefield, his subjects wanted to recognize his divine rank and even built a temple for him in the capital.
Naram Sin began to preface his name the sumerian definitive “dingir”, generally reserved to deities, or in other cultures to sovereign deceased. Other appellations recur frequently in documents such as “God of Akkad” or “husband of Ishtar-Annunitum”, although it is noted that, to date there is no evidence of the participation of Naram Sin to rites of the so called sacred marriage. Probably the intention of the sovereign is to get closer to the divine sphere rather than to enter it in full right, because titles, gifts and attributes consecration to the throne must be legitimized by the gods and not by the ruler himself. He acquires by thedeities some ornamental and figurative elements, one of which is the horned tiara (that can be seen in his representation on his stele), without really access to the level of the gods themselves. Another title of Naram Sin, in addition to the classic “king of Akkad”, is also “king of the four regions of the world”, this is an important sign of a new awareness of the sovereign, in fact was then the concept of universal King.
Then he followed the example of his grandfather tying the main religious centers of the country with his family, installing his daughters and grandchildren as priestesses in the temples of Ur, Lagash, Mari, Nippur and Urkish. He also took care to rebuild the temple of Enlil in Nippur and Ishtar to Zabala. Despite all this attention could not avoid that later, during the Old Babylonian or more likely Isin-Larsa period, the scribal schools of Nippur became his fiercest detractor. It was here in fact that was composed a famous text, known as “The Curse of Akkad”, in which the arrival of the hated Gutei is presented as a sort of divine punishment for the actions of the arrogant ruler, who would be guilty for the destruction of the Ekur of Nippur, for more historical fact is not supported by any archaeological data, rather is attest that a rebuilding of the temple in question is to attribute precisely to Naram Sin first and then his son, since have been found the building blocks of the foundation bearing the names of these two kings. The motivation behind this tradition defamatory was assumed differently by various scholars, but that’s probably the result of a conflict between Naram Sin and the clergy of Nippur.
In artistic context, during the reign of Naram Sin there has been increasing attention to the human aspect at the expense of the divine sphere, and the preeminence of the sovereign over all others is heavily emphasized, although at this time there is a more marked interest, so to speak, for a synthetic naturalism. Proof of this comes from the famous “Stele of Naram Sin”, found in Susa, but actually dedicated into the Ebabbar of Shamash in Sippar, after the victory over the population of Lullubi. Where the figure of the sovereign stands central peak of action ascending, toward the symbols of the gods of heaven, meeting point of diagonal lines, larger than the other protagonists of the scene, who equally enjoy now, thanks to the happy innovations of the palatine factory of Akkad, a dignity and individuality. What is clear from this work is the concept that underlies every action of Naram Sin: victory is willed by the gods, but its implementation is the whole human material.